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04ottLombalgia e attività sportiva: cosa scegliere La lombalgia è una patologia che colpisce il tratto lombare, una delle parti del rachide più esposte a sollecitazioni funzionali. Si tratta di un disturbo molto comune, sebbene possa avere…

La lombalgia è una patologia che colpisce il tratto lombare, una delle parti del rachide più esposte a sollecitazioni funzionali. Si tratta di un disturbo molto comune, sebbene possa avere origini diverse e soprattutto effetti diversi.
Rappresenta un problema non solo per chi ne soffre, ma anche sul sistema sanitario soprattutto in termini di ripercussione socioeconomica: infatti, circa il 10% di chi è colpito da lombalgia evolve verso una situazione cronica ed è per questo che sono in atto anche diversi programmi sperimentali per prevenirne la cronicizzazione.

 

Capire l’impatto dell’attività sportiva su questo disturbo è molto importante per evitare che si presenti o che peggiori.

 

Fattori di rischio

Esistono diversi fattori di rischio per l’insorgenza della lombalgia, alcuni di carattere costituzionale (età, sesso e predisposizione genetica), altri legati allo stile di vita (sovrappeso, sedentarietà, ma anche eccesso di esercizio fisico, posture errate, posture da lavoro).
Capire quale sia la causa di ciascun mal di schiena può aiutare a trovare la soluzione più idonea, individuando anche un’eventuale attività sportiva da poter praticare anche in caso di lombalgia cronica. Il tutto ovviamente con l’aiuto di uno specialista.

 

Impatto dell’attività sportiva

Sappiamo benissimo che l’attività fisica è parte di uno stile di vita sano, ma alcune volte l’eccesso nella pratica o l’assenza di un adeguato controllo possono portare ad alcuni disagi alla schiena anche in età giovanile.
Il rachide viene sollecitato in modo settoriale e il gesto sportivo impone delle posture forzate, che non rispettano completamente la fisiologia. Tutto ciò deteriora precocemente i dischi vertebrali e le altre strutture coinvolte nel movimento, favorendo l’insorgere della lombalgia.

Ad esempio, sport quali lo sci, il basket, il football, il calcio, il golf, il ciclismo e il tennis hanno un alto impatto sulle strutture vertebrali in quanto la colonna si trova a dover assorbire pressioni, torsioni e rotazioni continue, spesso in condizioni di asimmetria.
Inoltre, gli sportivi spesso sottovalutano il dolore per timore di dover interrompere l’allenamento o di precludersi alcuni importanti appuntamenti agonistici. Quindi che fare?

 

Diagnosi e trattamento

La diagnosi è il primo passo da affrontare per risolvere o quanto meno gestire una lombalgia.
Il dolore è localizzato nella zona lombare e ci può essere un coinvolgimento degli arti inferiori, verso i quali si irradia il fastidio. Esistono delle manovre e degli esami strumentali coi quali si può indagare a fondo il problema per stabilire quale sia il trattamento più idoneo.
Una volta terminato questo step l’approccio iniziale potrebbe concentrarsi sul dolore, per poi passare a una ginnastica posturale rieducativa.
Spesso vengono indicate alcune attività dolci come il nuoto, lo yoga e il tai chi per combattere il mal di schiena… ma dobbiamo sfatare un falso mito: non sono dolci e in presenza di dolore acuto potrebbero addirittura essere dannose.

Si possono praticare moltissimi sport o studiare allenamenti specifici della propria attività preferita, a patto che il problema posturale sia risolto. Il mal di schiena non passa col nuoto o con lo yoga e ne sono la riprova tantissime persone che affermano di avere dolore durante o dopo l’allenamento.
La lombalgia va affrontata insieme ad un esperto della postura proprio per evitare di cadere in facili errori. Lo sport può essere un toccasana per il benessere della nostra schiena, ma deve essere valutato nell’ambito di un riequilibrio posturale appropriato e personalizzato.

 
 

 

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Autore: Silvia Zanfrini